lunedì 14 aprile 2008

Lety


Nel giugno del 2006, immediatamente dopo aver irrimediabilmente compromesso l'amicizia con una ragazza che conosco da quando è nata, stavo girovagando per il sito del fanclub di Laura. Cercavo qualche fan toscana e mi imbatto in un messaggio bellissimo sull'amicizia legato alla canzone Un amico è così. Io adoro quella canzone e in più avevo visto che la ragazza proveniva da Firenze. Ho immediatamente scritto un messaggio privato e mi sono presentato. Abbiamo continuato nei messaggi privati per qualche giorno, poi mi ha detto che avremmo potuto scrivere mail. Giocava a pallavolo e aveva 15 anni. Quando ho saputo questo mi sono preoccupato subito di come i suoi genitori avrebbero reagito se avessimo continuato a chattare. Mi ha detto che potevo andare a vedere le partite di pallavolo, ma presto il mio incubo si è tramutato in realtà. Purtroppo non hanno avuto il coraggio di affrontarmi direttamente, ma mi hanno vietato di andare a vedere le partite. Volevo spiegare loro che io la aiutavo a distanza nella scuola, parlavamo di Laura, ma niente di più. Capisco le loro paure, ma credo che il dialogo avrebbe risolto col tempo tutti i problemi. Invece hanno scelto la linea del silenzio, ma quello che mi ha fatto più male è stato che non mi ha mai considerato un amico nel senso pausiniano del termine. Le avevo chiesto se la differenza di età influiva e lei mi ha risposto sinceramente solo dopo più di un anno. Mi ha detto che con uno della mia età le bastava un rapporto per chat. Allora mi chiedo quanto veramente i genitori abbiano influito su questa cosa. Nonostante la delusione, deve sapere che quando io tengo a una persona, non posso abbandonarla, specialmente in un periodo di confusione adolescenziale come quello che sta vivendo lei. Sa benissimo che a me può dire tutto e le sarò sempre vicino a patto che non se ne approfitti.

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